Giuseppe Montalto, nato a Trapani nel 1965, è stato un poliziotto vittima della mafia, morto nel dicembre del 1995. Dopo aver lavorato per anni alla Casa circondariale Lorusso e Cotugno di Torino (“Le Vallette”), Montalto nel 1993 venne trasferito nella Casa di Reclusione di Palermo “Calogero Di Bona” – Ucciardone nella sezione di massima sorveglianza, destinata ai mafiosi condannati al 41bis.
Nell’ambito del suo lavoro, impedì al boss palermitano Raffaele Ganci di passare una lettera al catanese Nitto Santapaola, denunciando l’accaduto. Il giorno dell’antivigilia di Natale del 1995, Montalto venne ucciso in contrada Palma a Trapani, mentre era fermo in auto con la moglie Liliana, in attesa della seconda figlia Ylenia, e della prima figlia di 10 mesi, Federica. Le indagini e i processi accertarono che l’ordine di morte era arrivato dall’Ucciardone, in particolare dai boss palermitani. A Salemi, nella villetta di Rosario Calandrino, si svolsero diversi summit per decidere e organizzare l’omicidio di Montalto, alla presenza anche di Messina Denaro. Al processo, l’omicidio venne definito «il regalo di Natale ai detenuti, così si fanno il Natale più allegro». Al termine, vennero condannati in qualità di mandanti Matteo Messina Denaro, Vincenzo Virga, Nicolò Di Trapani e l’esecutore materiale, Vito Mazzara.