Leonardo Tortorici e Dina Naso

 

Il padre del rotellismo trapanese è stato senz’altro Leonardo (Nanai) Tortorici.
Nel Dicembre del 1933, al ritorno dal servizio militare prestato a Torino, portò con sé dei pattini a rotelle e da lì a poco imparò a pattinare, con discreto successo. Riuscì a trasmettere la passione per il pattinaggio a rotelle ed organizzò dei corsi a cui aderirono diverse ragazze che si sarebbero rilevate dei veri talenti sportivi. Fra tante ragazze molto dotate, quali furono Franca Accardi, Carolina Accardi, Caterina Marrone, Eva Palmeggiano e diverse altre, primeggiò Dina Naso che già durante le gare trapanesi del 1936dimostrò una grande attitudine verso questa disciplina sportiva che la portò nel 1938 a parteciparecon successo ai campionati italiano del 1938, svoltisi a Milano, dove nella gara di squadra insieme a Wilma Scimè e Adriana Gandolfo guadagnò il nono posto in classifica su novanta squadre partecipanti. Il maggiore successo della breve, ma intensa attività sportiva, Dina Naso lo riscosse nei capionati mondialo di Napoli dove si classificò seconda, dopo la detentrice del titolo mondiale Malacrea. Leonardo Tortorici e la sua squadra di atlete in quest’occasione ricevevano pubblici e meritati elogi dalle autorità nazionali. Il valore atletico di Dina Naso non era passato inosservato, tanto che venne convocata dai responsabili della Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio per un allenamento collegiale in vista di un incontro con la nazionalità tedesca. Dina Naso non partecipò mai a quell’incontro perche, per motivi di studio, dovette rinunciare; il console tedesco apprezzatene le doti, volle omaggiarla donandole un paio di pattini da competizione. Gli anni bui della seconda guerra mondiale registrano un blackout del rotellismo che tornerà a fare proseliti a partire dal 1949, grazie allo spirito sportivo mai assopito di Leonardo Tortorici. Il dopoguerra vedrà rinascere il pattinaggio, stavolta non più sport declinato al femminile. Il pattinaggio di quegli anni ci consegnerà rotellisti di grande spessone quali Salvatore di Stefano e Roberto Stabile; Salvatore di Stefano sarà campione italiano di pattinaggio nei 5.000 metri. Quanto brevemente novellato lo si deve alla immensa, testarda e contagiosa passione di Leonardo Tortorici, pioniere del rotellismo, ma appasionato di sport a 360 gradi, che oltre ad essere fino al 1970 responsabile provinciale della Federazione Italiana di Hockey e Pattinaggio, fu appassionato di pugilato, lotta e svolge l’attività di giudice di gara anche inqueste discipline.
Dal valore delle attività svolte e delle onorificienze a vario titolo ricevute chiunque può avere contezza leggendo le pubblicazioni a cura del Coni, alcuni articoli di Ignazio La Cavera e le narrazioni del giornalista sportivo Franco Auci. Tante altre notizie si aoorendono, inoltre, dairacconti orali di alcuni nostri concittadini, un po’ più età e dasempre appasionati di sport, concordi nell’affermare la bontà dell’operato che hanno dato lustroall nostra città per diversi decenni dal primo dopoguerra.