Gianquinto, Giovanni Battista detto Giobatta (Trapani, 26 febbraio 1905 – Venezia, 21 aprile 1987). Siciliano, veneziano d’adozione e figura amatissima in città al di là delle idee politiche, Gianquinto nasce in una famiglia di umili origini, seppur benestante.
Il padre bracciante era riuscito a divenire ciabattino fino ad affermarsi come calzolaio di successo; da parte materna, Artale, l’estrazione è artigianale, in particolare lavoratori del marmo (le colonne che reggono la balaustra della reggia di Caserta sono state cesellate da componenti della famiglia Artale).
Diplomato al liceo classico nel 1923, si trasferisce a Venezia seguendo lo zio paterno Antonino, dottore commercialista. Inizia gli studi di giurisprudenza a Padova e nel 1928 si laurea, pochi mesi prima di essere arrestato e condannato a cinque anni di prigione. Infatti a Padova Gianquinto entra in contatto con ambienti repubblicani e diventa un fervido oppositore del regime fascista.
Durante la detenzione aderisce al PCI grazie a Mauro Scoccimarro, conosciuto proprio in carcere. Scarcerato nel 1932 per un’amnistia, divenne uno dei dirigenti dell’organizzazione clandestina veneziana della Resistenza e, negli anni seguenti, è più volte trattenuto. Nei giorni della Liberazione è parte del CLN veneziano e diviene vicesindaco nella Giunta nominata dal comitato stesso.
Nelle prime elezioni libere del 1946 diviene sindaco: Gianquinto è uno dei massimi protagonisti politici negli anni della ricostruzione. Anche nel 1946 propone alla DC di continuare a lavorare assieme, ma oramai il clima politico volgeva alla «guerra fredda», rendendo la coabitazione in Giunta impossibile.
Gianquinto siede in Parlamento per ben cinque legislature, nelle quali si contraddistingue per una puntuale attenzione alle vicende veneziane a partire dalla genesi della Legge speciale. È infatti tra i membri della I commissione speciale con poteri legislativi collegata ai provvedimenti per la città di Venezia (1954). Molti i provvedimenti presentati a sua firma e innumerevoli gli interventi in aula relativi alla città lagunare. In Parlamento, inoltre, si impegna a più riprese sulla riforma delle leggi di pubblica sicurezza e sull’istituzione dei tribunali amministrativi. Altresì dispiega un continuo impegno per l’istituzione delle Regioni a statuto ordinario, sedendo per diversi anni nella commissione parlamentare per le questioni regionali.
Gianquinto è stato anche membro della commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro del Vajont. Il lato più interessante e unico nell’agire politico di Gianquinto è il rapporto privilegiato con i veneziani e i mestrini, che si traduce nelle migliaia di preferenza che ottiene in ogni sorta di elezioni. Come pochi altri politici veneziani, riesce ad interpretare e ad entrare in sintonia con il sentire della popolazione, in particolare nei settori più umili. Forse il momento più alto di questo legame indissolubile si è manifestato nei fatti del 1950 alla fabbrica Breda, quando con la fascia tricolore l’allora sindaco guida il corteo degli operai in una protesta che è diventata un momento importante nella memoria collettiva cittadina.
Nonostante i molti impegni politici Gianquinto non ha mai smesso di esercitare la professione di avvocato penalista, impegnandosi in particolare in cause attinenti alla sfera delle libertà civili e politiche e non ha mai dimenticato le sue origini e, quando i suoi impegni glielo consentivano, tornava a Trapani dalla sua città natale e dai suoi familiari.
CURRICULUM NELL’AMMINISTRAZIONE PUBBLICA
– 1945-1946. Vicesindaco – 1946-1958. Consigliere comunale – 1946-1951. Sindaco – 1953-1958. Deputato – 1958. Assessore comunale – 1958-1972. Senatore – 1960-1970. Consigliere comunale – 1975-1987. Consigliere comunale – 1975-1980. Assessore.
PUBBLICAZIONI
Il pensiero religioso di Giuseppe Mazzini, Rist. anast., Comune-Assessorato affari costituzionali, Venezia 1988. – N. Gianquinto (a cura di), Cent’anni di Giovanni Battista Gianquinto, Venezia 2005. Go
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