Peppino Impastato

Giuseppe Impastato, detto Peppino (Cinisi, 5 gennaio 1948 – Cinisi, 9 maggio 1978)

Sono trascorsi 47 anni dal delitto di Peppino Impastato e ancora ci si trova dinanzi lo scenario di quegli anni lontani ma così vicini…meno di 100 passi.

Nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 veniva ucciso da Cosa Nostra Peppino Impastato.

Di Peppino Impastato continuammo a sapere poco nel corso di tanti degli anni a seguire alla sua morte, la mafia lo aveva ucciso e al solito era riuscita a mascariare quella morte e la vittima.

Passò per decenni la tesi che fosse stato ucciso dalla stessa bomba che stava collocando sui binari della ferrovia di Cinisi. Questo mentre chi lo conosceva, lo frequentava, sua madre, Felicia Bartolotta, sin da subito avevano puntato il dito contro Cosa nostra e il boss del paese, Tano Badalamenti.

Ci sono voluti anni per scrivere finalmente una sentenza di condanna contro di essi.

Sono stati necessari anni per accertare ancora una volta la capacità di Cosa nostra di uccidere e organizzare depistaggi. Restano ancora oggi oscuri i complici. E cioè chi ha saputo tenere la Giustizia lontano dalla verità. E’ successo per il delitto Impastato, è ancora successo per altri delitti e stragi.

La verità però si conquista dando parola alla gente.

Ed è questo quello che venerdì 9 maggio 2025  vogliamo fare dando a chi vuole appuntamento alle 18,30 presso la Villa Impastato. Per dire a chiare lettere che ancora in questi giorni ci sono depistaggi che esistono su tante cose e resistono a tutto. Oggi di quegli anni ’70 resta ancora la mafia che si è fatta sommersa, perché questo è il migliore modo per i boss di continuare a tessere le reti per i loro affari, traffici, inquinamenti istituzionali.

Ci sono tante cose del suo impegno da riscoprire: il primo fra tanti il suo attaccamento al territorio dove viveva. Ed è quello che oggi manca ancora, le coscienze civili anche nel nostro territorio sono impoverite del senso di vivere e difendere questa nostra terra. Sotto tanti punti di vista. La tutela dell’ambiente, la difesa da speculazioni. Ma non solo. Impastato ci ha lasciato l’eredità di conoscere prima di tutto la terra dove si vive, perchè solo attraverso la conoscenza di ciò che accade intorno a noi, si può costruire una società migliore.

Come amministrazione comunale vogliamo dare un contributo a rinfocolare quella rivoluzione che partì da Cinisi con la voce di Felicia , la mamma di Peppino. Una rivoluzione che in tanti in questi anni hanno portato avanti e che continua oggi nelle parole delle sempre più numerose mogli di boss che chiedono ai giudici di salvare i loro figli dalle mafie. Il nostro impegno oggi più di ieri è quello di stare al fianco di queste mamme.

Peppino Impastato è morto perché raccontava, e nel 2025 raccontare non può continuare ad essere una colpa. Desideriamo partecipare a rinvigorire tutte quelle iniziative che puntano a far diventare nuovamente attuale quell’impegno che fu di Peppino Impastato, capace di infiammare chi lo ascoltava.
“Perché la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

Il Sindaco
Giacomo Tranchida