L’amministrazione comunale della Città di Trapani guidata dal Sindaco Giacomo Tranchida, ha deciso di aderire all’iniziativa dell’Anci Sicilia “I comuni siciliani spengono le luci di un monumento simbolo” per protestare contro il silenzio del governo, che non ha espresso alcun sostegno concreto agli enti locali che a partire dall’ultimo trimestre del 2021 si trovano a fronteggiare un notevole aumento dei costi per l’approvvigionamento dell’energia elettrica e del gas.
Il Sindaco Giacomo Tranchida ha precisato che per esprimere disappunto ai silenzi del governo e sostegno all’iniziativa dell’Anci contro il caro bollette gas ed energia – che su più larga scala nazionale interessa anche famiglie, attività commerciali e imprese – domani verranno spente l’illuminazione di Torre di Ligny compresa la via torre di Ligny, la fontana del tritone, l’abbeveratoio comunale di via Conte Agostino Pepoli ed il porticato di Piazza Mercato del Pesce.
Il Sindaco e l’Assessore Safina ribadiscono inoltre come non sia possibile che il governo non si renda conto del fatto che l’indiscriminato aumento dei costi energetici rischi di paralizzare la spesa corrente dei comuni, con gravi ripercussioni per i servizi dei cittadini: non si possono pertanto chiedere ulteriori sacrifici agli enti locali.
L’Assessore Safina, con delega alla pubblica illuminazione, ha precisato come a causa dei mancati interventi del governo, gli sforzi compiuti dall’amministrazione Tranchida per contenere i consumi energetici e dunque i costi, aumentando al contempo i servizi per i cittadini, che avrebbero dovuto iniziare a produrre effetti positivi a partire dal prossimo mese di marzo, rischino di essere pregiudicati, impedendo un risparmio di circa 600 mila euro.
L’Assessore Abbruscato ha invece evidenziato come l’amministrazione trapanese e quella di altri capoluoghi di provincia siciliani abbiano già chiesto di affiancare al tema del sostegno degli enti locali quello della difesa delle attività sociali e sportive, come ad esempio quelle delle ASD che gestiscono centri natatori, le quali – a causa del caro bollette, unitamente all’emergenza Covid – sono in ginocchio e non più in condizioni di svolgere il servizio, con grave nocumento per lo sport e per la comunità e per i giovani in particolare.