L’aumento del prezzo del pane da 2 a 3€ nei Comuni di Trapani ed Erice, oltre che in altri Comuni, cioè un aumento del 50%, ha scatenato l’indignazione dei Cittadini consumatori ma anche dei Coltivatori diretti.
Da un lato, l’aumento assai grave su un prodotto, il pane, di largo e generale consumo e poi l’abissale differenza di “costi” tra la fatica della produzione (25 centesimi il prezzo di 1kg di grano duro acquistato presso i nostri coltivatori) e il ricavo della commercializzazione (3€ kg); dall’altro il richiamo al parametro standard di riferimento: 1kg di grano duro = 1kg di pane. Una semplice riflessione pertanto ne consegue: non ci vogliono di sicuro 12 kg di grano duro (acquistato a 25 centesimi) per fare 1 kg di pane venduto a 3€.
Nel meridione d’Italia abbiamo 600 mila ettari di superficie seminativa (inevitabilmente) abbandonata ed importiamo, invece, due milioni di tonnellate di grano duro dall’estero atteso che i prezzi esteri del grano sono inferiori ai “nostri” costi di produzione (25 centesimi kg).
Anche se la decisione dei panificatori individua in 3€ kg rappresenta il massimale, con facoltà tra gli operatori di adottare un prezzo più basso, alla lunga è quasi certo che i panificatori tutti applicheranno detto aumento che indubbiamente rappresenta un notevole aggravio per molte famiglie e non solo di pensionati e disoccupati.
L’Amministrazione comunale è consapevole che nel mondo globale – economia libera , non può di certo intervenire nella determinazione del prezzo del pane, ma ritiene corretto richiamare i panificatori al rispetto delle leggi vigenti sulla rintracciabilità dei prodotti da forno.
Il Regolamento comunitario principale è il 178/2002 art.18, a seguire le linee guida di cui all’accordo stato – regione del 28/07/2005 e successivamente nel 2006 il governo italiano ha emanato il D.lgs 190/06, decreto che stabilisce le sanzioni da applicare, per l’appunto, qualora non venga rispettato il predetto Reg. 178/2002 che obbliga la rintracciabilità ai fini della sicurezza alimentare.
Ciò considerato e premesso, questa AC propone ai panificatori quanto alle loro organizzazioni rappresentative della categoria, unitamente alle associazioni del mondo dell’agricoltura ed alla CCIAA, che sarebbe opportuno, oltre che GIUSTO, anche in fase di vendita al dettaglio, specificare se le farine provengono da grano duro italiano, siciliano o estero, e tanto in considerazione anche del fatto che il grano duro italiano, grazie al nostro sole, è privo di glifosato e di micotossine cancerogene.
Vogliamo pensare che i panificatori non si tireranno indietro nell’assicurare tale proposta garanzia . Di certo non si tirerà indietro, facendo invece un passo avanti questa AC , in armonia col programma di governo e per la valorizzazione della destinazione Trapani western Sicily nel garantire e sostenere la promozione e valorizzazione dei prodotti locali, per cominciare dal PANE …nostro che insieme al logo della città di Trapani potrebbe comparire nei panifici che garantiranno pane da farine di grani locali .
Duplice l’obiettivo a fronte del prezzo: la tracciabilita’ del prodotto e dunque la garanzia del salutare consumo locale e perché no, l’auspicabile incentivante sostegno alla filiera produttiva agricola onde sostenere il sistema locale ..dal produttore al consumatore .
In un modo globale , pensare locale a volte conviene! A tutti !!
In tale direzione – dichiarano il Sindaco Giacomo Tranchida e l’Assessore alle Politiche Agricole Giuseppe Pellegrino – preannunciamo l’invito a partecipare ad un tavolo tecnico tanto i panificatori e le loro rappresentanze di categoria quanto quelle agricole e la CCIAA.