Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta hanno perso la vita nella strage di Pizzolungo del 2 aprile 1985, mentre erano in auto alle 8:03 del mattino per raggiungere la scuola dei due gemelli.
L’autobomba che li ha colpiti era destinata al giudice Carlo Palermo, rimasto illeso nell’agguato. Carlo Palermo era nella città siciliana da cinquanta giorni e aveva già ricevuto una serie di minacce. Sono da poco passate le 8.03 quando le macchine del magistrato e della sua scorta sfrecciano per il rettilineo di Pizzolungo. Un attimo, un click ed esplose un’autobomba posizionata sul ciglio della strada che da Pizzolungo conduce a Trapani. L’utilitaria fece da scudo all’auto del sostituto procuratore che rimase solo ferito. Nella Scirocco esplosa morirono dilaniati la donna e i due bambini.
Nel 2002 la Corte d’Assise di Caltanissetta apre un nuovo procedimento penale sulla strage di Pizzolungo, a seguito delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Margherita Asta, figlia di Barbara e sorella di Giuseppe e Salvatore, decide di costituirsi parte civile. Il 22 novembre 2002 vennero condannati come mandanti Salvatore Riina e Vincenzo Virga, che chiesero il rito abbreviato. Il 29 maggio 2004, in primo grado, Baldassarre Di Maggio è stato condannato all’ergastolo mentre Antonino Madonia è stato assolto. In appello il 03 febbraio del 2006, Antonio Madonia è stato condannato e la Cassazione confermerà la sentenza di condanna. Nel febbraio 2019 la Procura di Caltanissetta ha aperto un nuovo procedimento penale per la strage di Pizzolungo. Il processo si è concluso a novembre del 2020 e il boss Vincenzo Galatolo è stato condannato a 30 anni per essere stato il mandante della strage, accusato anche dalla figlia, Giovanna Galatolo, collaboratrice di giustizia.