In memoria del giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto

Il 25 gennaio 1983 in Valderice veniva ucciso per mano mafiosa, a 42 anni, il giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto. Lasciava la moglie e tre figlie.

25 Gennaio 2021

Dal carcere il mafioso Mariano Agate aveva preannunciato la condanna a morte “Ciaccinu arrivau a stazione”. Montalto muore ammazzato poco dopo, appunto il 25 gennaio 1983. Una vita spesa per la lotta contro la mafia e le sue articolate connivenze anche extra regionali.
Giangiacomo Ciaccio Montalto, di origini trapanese, era molto legato al mare ed amava la musica. E proprio a Villa Margherita, nel cuore di Trapani, dove insistono i busti ai trapanesi eccelsi, due anni fa l’AC Tranchida decise di far realizzare l’Albero della Memoria – opera in ferro realizzata dall’artista Massimiliano Errera – raffigurante il volto del giudice Montalto protesa verso l’ascolto al teatro, come da desiderio della figlia Marene. Il progetto fu patrocinato al pari dall’Associazione Nazionale Magistrati e dall’Associazione antimafia “Libera”.

“Stamani avviamo voluto rendere omaggio alla memoria del giudice Montalto – dichiara il Sindaco Giacomo Tranchida – proprio qui, davanti a quell’albero con i rami protesi al cielo come a cercare speranza di riscatto oltre che luce per le menti. Qui, dove prima della pandemia i bambini venivano e ritorneranno a divertirsi con i giochi inclusivi, accompagnati dai loro genitori insieme ai nonni a godersi un’ora al sole. Un messaggio simbolico – aggiunge il sindaco Tranchida – proprio dove sorge anche il Teatro De Stefano, a sottolineare che la Cultura può battere definitivamente la mafia”.

Alla presenza dei soli rappresentanti delle Istituzioni e Forze dell’Ordine, nel rispetto dei limiti posti in materia anticovid, il Sindaco Tranchida ha sottolineato “la volontà dell’AC di sostenere ulteriori azioni culturali per far rifiorire la bellezza della libertà ed il sapore del riscatto culturale dell’onesta e laboriosa comunità trapanese, cominciando col togliere la polvere nascosta da troppo tempo sotto il tappeto, fatto di silenzi, paure, ipocrisia e connivenze, e che ha offuscato il ricordo di quanti hanno sacrificato la propria vita per servire questa terra”.

Dopo l’intitolazione al Prefetto del Popolo, Fulvio Sodano, dell’ex Aula consiliare di Palazzo D’Ali e la dedicazione a Mauro Rostagno dell’ex Piazza Mercato del Pesce, in primavera verrà realizzata un’opera artistica inclusiva dei rottami della macchina del giudice Carlo Palermo, devastata dalle bombe di mafia nell’attentato a Pizzolungo ove morirono dilaniati la mamma Barbara ed i suoi gemellini Giuseppe e Salvatore.

Verrà anche realizzata, d’intesa col Comune di Erice e con la collaborazione di ANM, Libera e Art 21, anche la biblioteca multimediale da “cosa nostra a casa nostra” oltre che attivata una web radio ed un giornalino online gestiti dai giovani studenti degli Istituti superiori, con la collaborazione dell’ordine dei giornalisti.

“Si, guardiamo anche a luoghi simbolici e visibili della Città, oltre che all’impiego di contemporanee tecnologie informatiche – conclude Tranchida – poiché fortemente crediamo che i nostri giovani, oltre ad essere custodi del passato e dunque coltivare la memoria, possano essere anche cultori del futuro che abbiamo il dovere di consegnare loro migliore di come l’abbiamo trovato”.